Eccoci di nuovo in G.art. Ho saltato un martedì e ho avuto modo di riflettere su diverse questioni: sulla diversità ad esempio. Riusciamo a cogliere la diversità solo laddove esiste una normalità comune, un quotidiano standard, routine che si susseguono uguali giorno per giorno e trovo questo un vero paradosso. Le diversità non esistono. In realtà sarebbe bellissimo essere diversi, tutti, ognuno diverso dall'altro ma a mio avviso è una pura utopia. La diversità non esiste perchè non esiste una normalità assoluta. Cos'è normale? Chi è normale? chi decide chi è normale e chi è diverso?

La parola -normale- mi spaventa molto perchè dietro a questa semplice parola dal sapore antico, che puzza di tradizioni noiose, che mescola bigottismo e superficialità si nasconde un pericolo enorme: l'odio. Si perchè convinti del fatto di essere normali ( normali da chi?) spesso affrontiamo ciò che riteniamo diverso schifandolo, giudicandolo, ponendo l'accento su quei dettagli che ci fanno credere che sia diverso da noi "normali". Ma i "normali" non esistono. La normalità è un concetto, non la realtà.

La realtà invece è che siamo tutti uguali e che la differenza sta nell'informazione come diceva Bateson: in un cielo azzurro una nuvola bianca crea una differenza che ci trasmette un'informazione. Quindi anche volendo accettare il concetto di normalità e diversità quest'ultima rappresenta un'informazione in più sul contesto in cui ci troviamo. Questa informazione crea cultura, curiosità, interesse, arricchimento. La diversità intesa come informazione non toglie niente a nessuno anzi da molto di più di quello che si può pensare.

"Tutta la diversità umana è il prodotto della varietà quasi infinita delle combinazioni di geni. Noi tutti siamo formati della stessa polvere cromosomica, nessuno di noi ne possiede un solo granello che possa rivendicare come suo. È il nostro insieme che ci appartiene e ci fa nostri: noi siamo un mosaico originale di elementi banali."
Jean Rostand