Condividere. Quando penso a Matteo penso a questo verbo.

Semplice. Quando penso a Matteo penso a questo aggettivo.

Matteo è un ragazzo piazzato, per tanti anni ha giocato a rugby, ed è un sognatore. Viaggia tra le righe blu del suo mondo fatto di forme morbide, fredde e allo stesso tempo avvolgenti. Condivide questo suo mondo che trova radici nel suo amato studio, la Falegnameria Messori. Un ambiente pregno di lavoro e passione dove per anni suo nonno ha portato avanti il suo lavoro. Matteo, che grazie al nonno ha la passione di lavorare il legno, ha invaso gli spazi della falegnameria trasformandola con doveroso rispetto. Un luogo che mette in condivisione con chiunque abbia voglia di raccontare e ascoltare, due attività importantissime che a volte dimentichiamo.

Messori conosce l'importanza della condivisione, del potersi confrontare, dello scambio che arricchisce perché alla fine chi rimane chiuso in se stesso non riuscirà mai a guardare oltre i propri muri, oltre i propri limiti. Il suo lavoro tocca in me delle corde legate alla mia infanzia: nella semplicità c'è qualcosa di estremamente complesso che ha a che fare con l'inconscio.

Spesso si confonde la semplicità con la banalità. Per me Matteo è una persona semplice e questa sua caratteristica la trasmette nel suo lavoro. Ha la capacità di rendere semplice racconti complessi, ricchi di tormenti interiori, dubbi e domande che a volte non avranno mai risposte. Non è invece semplice definire tutte le sfaccettature della sua personalità: un artista dall'animo dolce e deciso sempre in bilico su un filo blu che punta verso l'infinito dell'orizzonte.