Sono stato a Lugano all'inaugurazione di una mostra collettiva a cui ho avuto il piacere di partecipare con una mia opera della serie Cielo Nostro e grazie a degli amici fantastici ho scoperto e visitato un luogo magico. La collezione Olgiati. Una collezione che si visita gratuitamente ricca anzi ricchissima di stimoli, arte e bellezza. In particolare questa opera di Antony Gormley. Affascinante, misteriosa, immobile, perfetta e incompleta. Ne sono rimasto colpito proprio per questa sensazione di incompletezza che mi ha trasmesso.

Una serie di sfere di ferro che compongono una figura umana immobile. Sembra quasi che le sfere a terra siano parti di questo corpo che col tempo si sono allontanate. Chissà se le sfere completavano questa persona oppure se la figura umana fosse comunque incompleta. Io credo che l'incompletezza faccia parte della vita: la nostra continua ricerca di qualcosa che completi il nostro essere, il nostro vissuto, la nostra identità, è un opera di autoconvincimento. Noi non siamo completi solo con noi stessi. Ma non siamo completi neanche solo con la persona che amiamo. La nostra sensazione di inadeguatezza che ci pervade è parte del nostro vivere. Siamo perfettamente incompleti. Ed è questo essere a pezzi che ci permette di essere curiosi, di espandere i nostri limiti, di sperimentare, di essere sempre alla ricerca di qualcosa, in continuo movimento e sempre in continuo cambiamento. Chi si sente completo non sa cosa si perde.