Questo progetto è nato con lo scopo di aiutarmi ad affrontare il primo anniversario della morte di mio padre avvenuta il 1 dicembre 2017. E' sempre doloroso quando si avvicina questa data e non sapendo come affrontare questa nuova situazione ho cercato di evadere dai miei pensieri e di dedicare qualche minuto al giorno a me stesso, ai miei ricordi felici o anche semplicemente a non pensare. 88 giorni in cui su instagram postavo una foto del cielo che avevo sopra la testa, a volte riportando un pensiero, una frase, una poesia. 88 perchè è il numero che sia avvicina di più a ciò che per me significa il cielo: infinito. Baricco in Novecento scriveva:

Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace.

Oggi fermarci ci spaventa ancora di più: siamo fermi da due anni per colpa della pandemia ma in realtà fermarsi non ha niente a che vedere con l'attività fisica. Fermare i pensieri è ciò che intendo. Tutti siamo in grado di fermarci fisicamente ma stoppare i ricordi, i pensieri, l'ansia del futuro questo è una attività molto complessa. 88 cieli è stato un progetto curativo per me ma ha anche un obbiettivo più ampio: ricordare a tutti l'importanza dell'attesa, del vuoto, della malinconia, dello stare fermi.

Oggi 88 cieli diventerà un'installazione presso gli spazi di Das Bologna dalle 18.00.

Venite a fermarvi con me.