Un giorno di qualche anno fa mio padre arrivò a casa, prima di pranzo, dicendomi che mi aveva preso un regalo. Dalla tasca tirò fuori un portachiavi a forma di cuore della Benetton. Ero incredulo davanti a quel gesto: non per il gesto in se ma pensare che il Cocco fosse entrato dentro un negozio della Benetton per comprare un portachiavi a forma di cuore mi sembrava una delle cose più assurde mai viste prima. Aspettò di vedere la mia reazione prima di confessare che lo aveva trovato per terra. Ecco ora riuscivo a dare un senso al suo gesto. Lui aveva questa mentalità qui: non si butta via nulla, tutto può tornare utile, tutto può trasformarsi in altro. Io ho sempre trovato questa mentalità affascinante e poetica: l'idea di vedere le cose da altri punti di vista e di ridare loro una dignità e un nuovo significato, un nuovo senso. Ovviamente ho fatto subito mia questa capacità di trovare, cercare, capitare davanti a oggetti dimenticati, lasciati, abbandonati. Provo una curiosità morbosa quando camminando mi imbatto con qualcosa di abbandonato. Non provo tristezza o malinconia ma una carica irresistibile, una curiosità viscerale che mi spinge a indagare, toccare, scrutare e se trovo l'oggetto indispensabile lo raccolgo...a qualcosa servirà penso. Tra le cose che più spesso mi capita di trovare ci sono le carte da gioco. Quando ne trovo una non mi faccio domande; deve essere mia. Sono fuori dal loro mazzo, isolate, perse e io le raccolgo per dar loro un nuovo mazzo, un nuovo tavolo su cui mettersi in gioco. A volte credo siano un segno, altre volte sono solo belle esteticamente ma hanno per me un fascino particolare. Mi ricordano quando da bambino guardavo mio nonno Gildo giocare con mia madre, la sua nuora preferita, e mi piaceva vederli seduti uno di fronte l'altra, vedere come lui spesso la faceva vincere e aspettare che poi arrivasse mio padre subentrare nel gioco per alzare il livello e sfidare fino all'ultima briscola l'imbattibile nonno Gildo. Ma le carte rappresentano anche altro per me: sono l'imprevisto, il caso, quella cosa che non doveva essere li ma siccome c'è un qualche senso avrà. Le carte sono imprevedibili e quando le vedo a terra, in qualsiasi stato siano, le trovo talmente fuori luogo che ogni volta mi sorprendo e mi riempio di un'infantile felicità.

La vita non consiste nell'avere buone carte, ma nel saper giocare bene quelle che si hanno.”
JOSH BILLINGS